Desjardins: Conferenza Incontro
Giovedì 6 marzo 2014, il celebre violista francese, Christophe Desjardins, ha gentilmente accettato di fare un incontro-conferenza, sull’invito dell’AIV, con il patrocinio dell’ESTA e in collaborazione con la Società Amici della Musica della città scaligera, per la quale teneva un recital quella stessa sera al Teatro Ristori.
La conferenza era dedicata soprattutto, al repertorio della viola e la sua evoluzione, tema caro al musicista eclettico .. “la cui attività spazia fra l’interpretazione del repertorio antico (il suo strumento, fra l’altro, è una prestigiosa viola costruita da Francesco Goffriller a Venezia nel 1730) e la partecipazione in prima persona alla diffusione del repertorio contemporaneo con collaborazioni di eccellenza fra cui il celebre Ensemble Intercontemporain. Coraggiosamente parlando in italiano, il m° Desjardins ha parlato della scarsità di titoli in periodo settecentesco, il progressivo interesse nell’Ottocento che attraverso Berlioz, Paganini, Schumann e Brahms ha portato poi ai capolavori del Novecento di Hindemith, Bartok, Berio, Gervasoni, e alla seconda metà del novecento, dove l’interesse per la viola ne ha fatto uno strumento moderno di esplorazione e novità timbrica.
Sotto la guida del compositore Marco Stroppa e con la partecipazione del fisarmonicista Teodoro Anzellotti, seguiva un’approfondita analisi del brano di Stroppa in programma nel recital, Nous sommes l’air, par la terre’ del 2003, nel quale il musicista veronese tenta una fusione sonora fra I due strumenti, uno di terra, la viola, e uno d’aria, apparentemente poco compatibili. Il risultato è la ricerca di impasti timbrici sempre più estremi, che sondano tutte le possibilità dei due strumenti, tanto da rendere difficile, all’orecchio, distinguere che cosa ciascuno stia suonando. Ricerca che esige dai due interpreti, oltre che assoluta padronanza dello strumento, una notevole voglia di mettersi in gioco e di tensione comune nella ricerca”(Chiara Zocca, L’Arena di Verona)……capacità e qualità che i due artisti dimostravano di possedere in pieno, illustrando punto per punto ogni dettaglio dell’esauriente presentazione di Stroppa.
Nonostante che avessi un concerto da lì a poco, Desjardins ha dimostrato grande disponibilità, trattenendosi in particolare con allievi, insegnanti di conservatorio, e membri del direttivo ell’ESTA, che al suo invito alla fine della conferenza, si sono avvicinati a lui per fare domande e aver ulteriori informazioni.
Il programma del concerto che seguiva, arrichito certamente dalle elucidazioni precedenti, spaziava appunto, dall’elizabettiano Dowland, al barocco J.S. e W.F.Bach, all’Ottocento di Schubert, il Novecento di Britten, al presente con Stroppa. Era caratterizzato dall’accattivante e originale scelta di impiegare la fisarmonica(suonato con bravura e intenso musicalità dallo strabilliante Anzellotti) al posto dei usuali clavicembalo e pianoforte adoperati solitamente in questo repertorio; una sfida stimolante e una proposta che mette in discussione l’abitudinario e stravolge le percezioni scontate. L’esecuzione di Desjardins con la sua costante ricerca di ricchezza e calore del suono, adiuvata dall’eleganza musicale e rigore tecnico dava valore aggiunto a la sua proposta originale e stimolante.
Jill Comerford