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Il mio plauso all’Associazione Italiana della Viola per l’iniziativa di pubblicare in esecuzioni dal vivo i Capricci op. 41 del grande Bartolomeo Campagnoli!
Bruno Giuranna
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Era dai tempi dei miei studi al conservatorio di Napoli che non eseguivo i capricci di Campagnoli, risuonarli mi ha davvero portato indietro nel tempo! La musica ha questa incredibile capacità di farti rivivere certe sensazione anche dopo tutti cosi tanti anni. Far parte di questo progetto, non solo mi ha dato enorme piacere ma mi ha fatto riscoprire l’enorme importanza didattica che i capricci di Campagnoli offrono a noi tutti. Ringrazio Dorotea per questa stupenda iniziativa che sopratutto in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo aiuta intere generazioni di violisti a mantenersi vivi.
Ettore Causa
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È stato per me un privilegio prendere parte a questo progetto a fianco di solisti internazionali e prime parti di orchestre.
Ho ristudiato volentieri un capriccio di Campagnoli cercando di mettere in luce altri aspetti rispetto a quelli puramente tecnici. Da studente mi sono preoccupata troppo spesso di suonare solamente le note, invece anche uno studio può diventare un brano da concerto! Di certo sapere che sarebbe diventato un riferimento per i violisti di domani non ha portato meno stress, ma mi ha spinto a fare il meglio.
Simona Ruisi
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I 41 Capricci di Bartolomeo Campagnoli? Uno di quegli spartiti da tenere sempre sul leggio (aggiungerei insieme alle Suites di Bach e a gli studi del Kreutzer…). Uno dei migliori metodi per approfondire e migliorare la tecnica VIOLISTICA, che comunque differisce da quella violinistica; tenuta, cavata, fraseggio, distribuzione, colpi d’arco… il tutto condito con eleganza e fantasia e un pizzico di buonumore… insomma un MUST per ogni violista sia in fase di studio che in carriera!
Simonide Braconi
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E’ evidente che per ogni violista che si rispetti i capricci di Bartolomeo Campagnoli hanno un valore particolare, ricordo che quando c’era il vecchio ordinamento erano i primi studi originali per viola che si facevano nel percorso scolastico, rappresentando per questa ragione il passaggio di un confine attraverso il quale venivamo tutti accompagnati dal buon Bartolomeo.
Per me in particolare i suoi capricci hanno rappresentato anche un punto di svolta didattico, avendone io curato un’edizione per Ricordi.
Mai avrei pensato, però, di far parte di questa kermesse di 41 violisti (compresi alcuni miei bravissimi allievi dei quali sono più che orgoglioso), questo evento è stato ottima palestra di confronto e conoscenza tra di noi, con un grande senso di rispetto ed appartenenza.
Grazie all’AIV, grazie agli altri 40 violisti, ma soprattutto grazie a Bartolomeo Campagnoli, che in fondo non avrebbe mai immaginato che molto tempo dopo sarebbe esistita una rete attraverso la quale i suoi capricci si sarebbero potuti ascoltare in tutto il mondo.
Luca Sanzò
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Questa notte ho fatto un bellissimo sogno… mi trovavo in un posto meraviglioso con una natura incontaminata che si chiamava “MUSICA” con ben altri 40 tra Violiste e Violisti. Un gruppo di eccezionale valore artistico sembrava proprio una “SCAMPAGNOLATA”!
Riabbracciavo il mio grande maestro al quale ovviamente era stato assegnato il numero 1, rivedevo tanti compagni di studi, di concerti, di tante emozionanti esperienze umane vissute insieme, ascoltavo giovani di grande talento con un luminosissimo futuro davanti.
Improvvisamente mi sveglio e realizzo che purtroppo era solo un sogno.
Dimenticavo…sulla fiancata del bus che ci riconduceva a casa era scritto:
ASSOCIAZIONE ITALIANA DELLA VIOLA
Bruno Boano
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Dal pesante Metodo rivestito con la carta blu, quello del mio primo saggio, sono passati tanti anni.
Un caro amico Campagnoli, come un vicino di casa che potevo cercare col citofono. Poi si è trasferito al nord, l’è andè in sproch diciamo dalle nostre parti, per cercare lavoro.
Non c’era ancora Whatsapp, così ogni giorno mi ha fatto compagnia con i suoi Divertimenti, Fughe e Capricci
Da sempre mi fa sentire parte di un gruppo straordinario e mi rende fiducioso in un futuro migliore.
Andrea Maini
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Iniziative come questa ci fanno ricordare che noi strumentisti siamo i custodi attivi di un patrimonio di conoscenze ed espressioni musicali del passato che sono insieme parte e fondamento della nostra più generale identità culturale e simbolica. Ascoltando di seguito questi Capricci, caposaldo della letteratura violistica, eseguiti da violisti italiani di nascita o di adozione, è possibile scorgere un denominatore comune, anche nella varietà delle interpretazioni; ed è importante seguire quel filo invisibile che passa anche tra le diverse generazioni di violisti, un filo che neanche una pandemia riesce a spezzare. Brava AIV !!!
Gianfranco Borrelli
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I Capricci di Campagnoli, con me da sempre.
Giancarlo di Vacri
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Sono stato onorato di aver fatto parte di questa incisione dei Capricci di Campagnoli che, oltre ad essere un valido strumento per gli studenti, è una testimonianza dell’alto valore della scuola violistica italiana.
Gabriele Croci
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Vorrei ringraziare l’Associazione Italiana della Viola, e in particolar modo Dorotea per la grande energia positiva che mette sempre in tutto ciò che fa, che a quanto pare è contagiosa a tal punto da convincermi a partecipare a questo raduno virtuale. Inizialmente scettico, sono molto contento di aver contribuito con un Capriccio del Campagnoli.
Felice di far parte di questa bellissima ed eterogenea comunità.
Gianluca Saggini
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Ringrazio di cuore Dorotea e tutta l’Associazione italiana della Viola per avermi reso partecipare a questo bellissimo progetto su Campagnoli. Mi sono molto divertita nel ristudiare un capriccio che avevo suonato anni fa durante il mio percorso in conservatorio . Ho sempre considerato questi capricci utilissimi dal punto di vista strumentale e tecnico ma grazie anche a questa iniziativa ho avuto modo di riscoprirli ancora di più dal punto di vista interpretativo e musicale. È stato davvero molto interessante per me ascoltare i miei colleghi e le scelte da loro fatte esecuzione dopo esecuzione e mi è venuta voglia di ristudiarli tutti!
Benedetta Bucci
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Gentilissimi vi ringrazio molto per questa stimolante opportunità, alla prossima!
Matteo Rocchi
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Davvero bello dare un’importanza musicale ai capricci di Campagnoli, il che può essere valorizzato al massimo con esecuzioni in pubblico. E non c’è piattaforma migliore che insieme ai violisti dell’associazione Italiana della Viola!
Daniel Palmizio
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Quando mi è stato chiesto di registrare il 19 di Campagnoli, ho sorriso. “Proprio lui”. In effetti, con il 19 avevo un conto in sospeso. Per me è un numero che ha una storia e mi riporta ad un episodio successo qualche anno fa, quando lo portai a lezione. Lo suonai tutto e finii con questo “do vuoto”, fiera di aver ricordato tutte le tonalità delle scale e degli arpeggi. Il Maestro, impietrito, si girò verso la classe dicendo “che nessuno porti più questo studio a lezione”. In effetti, tra tutti, non era di certo il più interessante musicalmente, e dal punto di vista di divisione dell’arco o altro c’era ben poco. E così quel giorno credetti finita la mia esperienza con il 19. Quando quest’estate mi è stato chiesto di registrare proprio Lui, ho pensato fosse uno scherzo del destino. Forte del ricordo vivido di quella lezione (talvolta dire poco, dice già molto), ho deciso di dover tirare fuori tutto quello che potevo. Così ho iniziato a cercare un carattere per ogni tonalità, dei punti di tensione e di rilassamento, di differenziare bene i colpi d’arco. E, in fondo, ho saldato il mio conto con il 19.
Martina Santarone
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È stata una bella sfida registrare un studio di Campagnoli. Io non li avevo mai studiati, ma devo dire che è stata una vera scoperta. Sono bellissimi e difficili. Ascoltare anche tuttti gli altri mi ha dato tanti stimoli e tante idee. La diversità degli aspetti musicale e tecnico delle composizioni di Campagnoli fa vedere il suo talento e la sua ricerca. Grazie per avermi dato la possibilità di conoscerlo.
Danusha Waskiewicz
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In un periodo duro come questo abbiamo, di nuovo, confermato che la musica unisce sempre, e mi ritengo fortunata perché, grazie allo studio ed esecuzione dei capricci di uno dei più grandi scogli per il percorso formativo di noi violisti, mi sono ritrovata a suonare virtualmente a fianco di grandi professionisti e maestri. Grandi violisti di oggi, insieme a me ed altri che saremo i violisti di domani.
Carlotta Libonati
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Ringrazio Dorotea e tutti per la piacevolissima occasione.
È bello sentirsi parte di una comune dimensione umana e artistica.
Auspico che questa esperienza possa ripetersi!
Un caro saluto e a presto
Luca Ranieri (Perugia)
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I 41 capricci per viola sola di Bartolomeo Campagnoli sono stati fondamentali nella mia crescita strumentale oltre che per avermi dato la possibilità di approfondire molti aspetti della tecnica anche per aver contribuito a sviluppare il suono peculiare che ogni violista ha in mente. Sono stato molto felice di partecipare a questa splendida iniziativa che mi ha permesso di ascoltare violisti di tutte le generazioni. Ho avuto modo di rivedere alcuni amici di vecchia data, scoprire nuovi giovani professionisti e riascoltare colonne portanti della comunità violistica e tutto questo ha certamente trasmesso un senso profondo di unione, rispetto ed appartenenza. Ringrazio l’Associazione Italiana della Viola per aver organizzato tutto questo in un periodo storico cosi complesso e incerto per la musica.
Alessio Toro
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Ci tengo a ringraziare l’Associazione A.I.V. e Dorotea in particolare, per questa bella e utile idea, che ci ha fatto sentire tutti un pò più vicini, in questo funesto 2020. La parola “affiatamento”, così legata alla musica, che esprime la capacità di un gruppo di suonare quasi respirando tutti insieme, con grande condivisione reciproca di idee e di proposte musicali tutte direzionalmente volte al massimo risultato finale, sembra oggi essere dimenticata e, anche lei, “imbavagliata” da una mascherina che la costringe ad un poco affiatato distanziamento. Grazie all’A.I.V., questa iniziativa ci ha fatti sentire nuovamente tutti affiatati in una grande comunità di violisti, quasi da farci rimpiangere che il nostro mitico Bartolomeo ne abbia scritti solo 41 di Capricci! Grazie a Dorotea, grazie a tutti, evviva la Viola!
Roberto Molinelli
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Questa riscoperta del Campagnoli è capitata in un periodo favorevole ai cambiamenti, per me. Intanto, avendo risposto tardi alla chiamata, non avevo molta possibilità di scelta, dunque il capriccio numero 29, su cui ho lavorato, non l’avevo mai eseguito prima (e confesso che nemmeno lo conoscevo). Contemporaneamente, la cosa è coincisa con un interessamento, da parte mia, ai trattati di Galeazzi e Geminiani, e quindi, visto anche lo scopo principale dell’operazione (ossia destinare il video finito agli studenti del conservatorio, motivo didattico e altruistico che ho particolarmente apprezzato anche per i significati sociali di questa pandemia, mi è sembrata una bellissima idea quella di “riunire le forze” e partecipare con altri musicisti a qualcosa di utile e ideologico) e visto che, in effetti, un’esecuzione abbastanza accademica di questo capriccio è già presente su YouTube, ho pensato sarebbe stato più stimolante fornire un esempio di “creatività” per esortare i ragazzi ad avere una conoscenza più approfondita, visto che creatività e senso critico si sviluppano proprio attraverso l’audacia dello studio (nel mio caso è stato di quei trattati classici per in quali nutrivo un’attraente curiosità e che hanno fornito guizzi d’ingegno niente male – e anche molto moderni, vista l’epoca passata in cui sono stati scritti). In più, tutto ciò avrebbe (e ha) anche costituito un’ulteriore conoscenza per me stesso. Quindi, guardare il capriccio sotto più prospettive mi ha aiutato a incanalare stile e immaginazione verso qualcosa di ragionato ma anche nuovo. Per quanto riguardo lo studio tecnico: ti dirò, mi ha anche appassionato la concatenazione di scale, perché è stata una maniera per prendere consapevolezza su quanto Casals e Dorothy Delay affermavano, quando dicevano che le scale vanno studiate col senso musicale dell’armonia e della tensione degli intervalli che si concatenano uno dentro l’altro, rendendo musica anche le cose tecniche. Quindi molte grazie per avermi dato quest’opportunità di “open mind”! Non ultimo l’elemento familiare, forse per me quello più importante: ho studiato il capriccio a Bari, a casa dei miei genitori durante le vacanze estive. Alternando mare e musica, e sentendomi studiare, mio padre si è accorto della conclusione sospesa sulla dominante. Certo, so anche io che la prassi generale di Campagnoli, nei capricci, è quella di risolvere la tonalità sullo studio successivo, ma non dovendo eseguire il capriccio numero 30, chiaramente la cosa lasciava interdetti i miei ascoltatori casalinghi. Dunque mio padre ha suggerito: “ma perché non esegui una cadenza conclusiva?” e si è messo a fischiettarne uno di suo ingegno. Personalmente ho molto gradito che papà, dopo molti anni di stasi, trovasse uno sprone nella musica (lui è stato un cantante, e ha anche cantato al Maggio Musicale Fiorentino nel periodo in cui c’era Riccardo Muti) e mi ha fatto anche piacere che la cosa unisse me, suo figlio. Quindi l’ho subito trascritta ad orecchio ed inserita nell’esecuzione.
Giuseppe Russo Rossi
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Quando Dorotea Vismara mi chiese di registrare il Capriccio n. 16 di Campagnoli, mi disse che era un po’ scomodo.
Lì per lì non ci feci caso ma in realtà scoprii che non lo avevo mai studiato e che la scomodità di cui parlava Dorotea era fondata!…
In effetti dal punto di vista tecnico è un capriccio che presenta diverse difficoltà, soprattutto per il posizionamento delle dita ad accordi, in una tonalità (mi magg.) che prevede delle scomode estensioni sulla viola.
Il consiglio che mi sento di dare a chiunque si appresti allo studio di questo capriccio di Campagnoli, è ovviamente di studiare prima di tutto ogni arpeggio ad accordo in triple corde, inizialmente suonando gli accordi tutti in giù (con grande attenzione all’intonazione); questo perché le dita si abituino a muoversi “a grappolo” in velocità.
Di fatto se riusciamo a mantenere più giù possibile le dita, anche la viola risuona maggiormente.
Premesso il fatto che i tricordi si suddividano più morbidamente in due bicordi onde evitare il suono troppo rigido, successivamente eseguire con arcate su e giù i vari accordi cercando di collegare al meglio possibile il bicordo superiore con quello grave dell’accordo successivo, facendo attenzione che il suono rimanga il più possibile morbido.
Altro esercizio è quello di suonare 2 volte ogni accordo, sempre suddiviso in due bicordi, ma una volta verso l’alto e il secondo al rovescio. In questo caso l’attenzione sarà maggiormente focalizzata sul collegamento sul cambio dei bicordi inferiori.
L’altra difficoltà di questo capriccio è rappresentata dai giri di corda che vanno ovviamente eseguiti con l’arco perfettamente in tempo.
A questo proposito bisogna fare attenzione che anche quando si studia più lentamente, non si effettuino i giri di corda per mezzo di scatti col braccio destro bensì con linee perfettamente curve.
Dobbiamo pensare come se avessimo un pennarello in mano e non dobbiamo tracciare un poligono bensì un cerchio o un 8 a seconda delle arcate indicate dal compositore.
Non mi resta che augurarvi buono studio!
Ringrazio Dorotea per l’invito a partecipare a questa edizione un po’ particolare del Viola Fest ma non meno interessante e coinvolgente.
Un saluto a tutti i violisti!
Chiara Morandi
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Il Violafest virtuale è stato utile dal punto di vista didattico, per arricchire sempre di più le conoscenze musicali, e sviluppare maggiormente l’interesse nella viola, abituando soprattutto l’orecchio all’ascolto, fino ad arrivare alla ricerca di un buono e approfondito studio quotidiano.
Mariachiara Spezzano
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Questa formula di ViolaFest, anche se dovuta a ragioni di forza maggiore, l’ho trovata molto bella. I capricci di Campagnoli (così tanti brani per sola viola!), sono stati una scoperta per me, e li ho trovati davvero gradevoli.
È stato molto stimolante poter ascoltare e guardare da vicino, sia pure su uno schermo, tanti bravi musicisti. È stato anche molto istruttivo vedere le diverse espressività, le diverse posture, i diversi modi di tenere l’archetto, le espressioni dei visi, insomma è stato davvero un ViolaFest inconsueto e molto interessante.
Donatella Degani
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Buonasera , nobili araldi della viola. Da profana ho ascoltato per la prima volta Campagnoli, scoprendo, oltre al pregio dell’ artista, il vellutato tessuto timbrico di questo misterioso strumento dall’ estensione ermafrodita. L’iniziativa del festival on line è stata preziosa occasione per un reciproco dono: per me, le carezze del suo magico suono, e per i musicisti la possibilità di “emozionar cantando” fuori dalla torre dorata, anche una comune uditrice. Ringrazio in particolare i maestri Vismara, di Vacri, Maini, Zanobini, Morandi, Ulijona. Nei tratti meditativi, così come nelle seduzioni virtuosistiche, la sottile e potente energia dello strumento mi ha reso il gioioso respiro di un cerchio sonoro in cui poter ammirare l’incanto dei corpi danzanti dei suoi interpreti.
Stefania Chirico
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Il progetto Campagnoli, che ha accompagnato l’intero svolgimento del ViolaFest 2020 nonostante la crisi pandemica, è stata una bellissima iniziativa. Con la video-registrazione di ogni capriccio, ho avuto l’opportunità di chiarire e capire alcuni aspetti tecnici presenti in questa bellissima musica, per esempio su come fare un buon passaggio di posizione, su come suonare i bicordi e anche come gestire musicalmente un frammento di musica che risulta difficile tecnicamente.
Luigi Ripoli