Abbiamo chiesto al maestro Danilo Rossi, prima viola dell’Orchestra del Teatro alla Scala, di raccontarci di questo leader orchestrale che insieme ai suoi colleghi ha contribuito a dar forma a un importante capitolo della storia della musica in Italia.

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Il maestro Burattin era in commissione il 30 gennaio 1986. Ricordo con grande piacere il suo commento alla fine della audizione: “bravissimo ragaso”. Avevo vent’anni e avevo appena vinto il concorso per prima viola dell’Orchestra della Scala.
Armando Burattin era un importante membro di quella orchestra dove suonò dal 1950 al 1995 circa, all’inizio nella fila e più tardi come prima viola. Era uno splendido violista, aveva un bellissimo suono, un grande talento e un grande istinto musicale. Si era formato come violinista ed era un virtuoso che non disdegnava di suonare con la viola i capricci di Paganini.
Continuò la sua attività come prima viola dell’Orchestra del Teatro alla Scala anche da pensionato, per almeno una decina di anni. Quando andò in pensione non fu assunta subito un’altra prima viola, e l’alternanza continuò ad essere fra noi due. È stato un onore per me, far musica sotto la leadership di questo grande musicista che aveva suonato ed era in amicizia con direttori come Toscanini, Kleiber, Abbado, Karajan, Furtwängler, Muti: i più grandi direttori di quegli anni, con cui Burattin lavorò in stretta collaborazione come violista alla Scala, per quasi 50 anni.
Carlos Kleiber in particolare ne aveva molta stima e aveva un rapporto di grande amicizia con lui. Per questo il maestro esigeva che nei concerti che dirigeva fosse lui a suonare come prima viola. Quando dalla direzione artistica mi chiesero di suonare Otello diretto da Kleiber, Burattin si fece avanti per presentarmi a Kleiber e dargli il suo beneplacito, rendendo così possibile la transizione.
Devo dire che mi trattava con l’affetto che avrebbe dato a un suo allievo, nonostante che allievo suo non fossi. Una sua sua caratteristica evidente era proprio la bontà.
Ho sentito i suoi soli in Háry János di Kodaly, Ma mere l’Oye di Ravel, quelli dei balletti Giselle su musiche di Adam e Coppelia su musica di Delides: ne ricordo la splendida cantabilità e la grande bellezza del suono.
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È stato anche un bravo maestro, e ha formato vari allievi, fra cui Davide Zaltron, Mauro Righini, Luca Di Fato. Il maestro Burattin è stato un grande punto di riferimento per i violisti italiani.
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